C'è chi scrive per ringraziare di avere ancora accanto i propri cari, di godere di una bella famiglia o semplicemente dell'atmosfera di festa, di vivere con dignità malgrado "i tempi che corrono". E c'è chi scrive a Gesù riconoscendolo come un "altro Dio", diverso da quello che abitualmente si prega nella propria famiglia, ma capace di ascoltare ed accogliere le preghiere indipendentemente dal suo "credo"...
Nella diversità di forma e di stile, accomuna la maggior parte delle lettera "la speranza" che spesso negli adulti ha lasciato il posto alla rassegnazione. Bello leggere, a conclusione di quasi tutti gli elaborati "... sono certo/a, Signore, che ascolterai la mia preghiera... spero che il futuro sarà migliore..."
Ha fatto molto riflettere anche chi, fuori dal coro, invita ad abolire il concorso perchè "tanto sono solo parole... alla fine non cambia nulla, sarà sempre così..."
E se fosse vero? In tutto ciò, qual'è il compito degli educatori? Quale Natale facciamo vivere? Come ci adoperiamo perchè i ragazzi non perdano la Speranza nel loro futuro? Una bella sfida... Scrivere a Gesù Bambino ha ancora un senso, se Gesù è un Amico, un Confidente, un Fratello cui guardare con Fiducia e Speranza.
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