UNA POESIA DEL SANTO NATALE
~ Fernando Cipollo ~
Tu
che
ne dici
SIGNORE se
in questo Natale
faccio un bell’albero
dentro il mio cuore, e ci
attacco, invece dei regali,
i nomi di tutti i miei amici: gli
amici lontani e gli amici vicini, quelli
vecchi e i nuovi, quelli che vedo ogni gior-
no e quelli che vedo di rado, quelli che ricordo
sempre e quelli a volte dimenticati, quelli costanti
e quelli alterni, quelli che, senza volerlo, ho fatto soffrire
e quelli che, senza volerlo, mi hanno fatto soffrire, quelli che
conosco profondamente e quelli che conosco appena, quelli che mi
devono poco e quelli ai quali devo molto, i miei amici semplici ed i miei
amici importanti, i nomi di tutti quanti sono passati nella mia vita.
Un albero con radici
molto profonde, perché
i loro nomi non escano
mai dal mio cuore; un
albero dai rami molto
grandi, perché i nuovi
nomi venuti da tutto il
mondo si uniscano ai già
esistenti, un albero con
un’ombra molto gradevole
affinché la nostra amicizia,
sia un momento di riposo
durante le lotte della vita
SANTO NATALE 2009 In un mondo ogni giorno più oscuro, più frenetico, ingiusto e immorale, la speranza di un lieto futuro é la "Luce" che nasce a Natale. Solo "Lui" può incarnare l'amore e irradiarlo in un mondo in declino, chi l'accoglie trasforma il suo cuore e intraprende un più giusto cammino. Un cammino che inizia dal nulla, da una semplice gelida grotta, da un "Bambino" in un'umile culla, da una "Santa" magnifica notte. Ma prosegue per tutta la terra dove regna miseria ed orrore, dove soffiano venti di guerra, dove l'odio sovrasta l'amore, dove il debole invoca giustizia, l'affamato non ha da mangiare, i bambini tra topi e sporcizia, tanti "Cristi" a soffrire e pregare. Proprio qui s'interrompe il cammino per infondere nuove speranze, per mutare a fratelli il destino accorciando inumane distanze. Che sia questo per tutti un dovere, il trionfo del bene sul male, Dio é "Amore" ma senza frontiere, dice il "Bimbo" che nasce a Natale. Fernando Cipollone
~ Fernando Cipollo ~
Tu
che
ne dici
SIGNORE se
in questo Natale
faccio un bell’albero
dentro il mio cuore, e ci
attacco, invece dei regali,
i nomi di tutti i miei amici: gli
amici lontani e gli amici vicini, quelli
vecchi e i nuovi, quelli che vedo ogni gior-
no e quelli che vedo di rado, quelli che ricordo
sempre e quelli a volte dimenticati, quelli costanti
e quelli alterni, quelli che, senza volerlo, ho fatto soffrire
e quelli che, senza volerlo, mi hanno fatto soffrire, quelli che
conosco profondamente e quelli che conosco appena, quelli che mi
devono poco e quelli ai quali devo molto, i miei amici semplici ed i miei
amici importanti, i nomi di tutti quanti sono passati nella mia vita.
Un albero con radici
molto profonde, perché
i loro nomi non escano
mai dal mio cuore; un
albero dai rami molto
grandi, perché i nuovi
nomi venuti da tutto il
mondo si uniscano ai già
esistenti, un albero con
un’ombra molto gradevole
affinché la nostra amicizia,
sia un momento di riposo
durante le lotte della vita
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